22 gennaio 2008

Corte Costituzionale: cos’è la laicità.


"La presenza del papa all’apertura dell’anno accademico viola il principio di laicità, perché suggerisce un favore da parte dell’istituzione pubblica nei confronti della religione della maggioranza ed un legame di reciproca appartenenza dello stato con la chiesa dominante. E’ evidente, infatti, che lo stato laico deve essere, ma anche apparire imparziale per non escludere (neppure visivamente) i gruppi e i soggetti che non appartengono alla cultura dominante, mantenendo un atteggiamento autenticamente pluralista. A meno che, come il crocifisso nelle scuole, anche il papa all’università non assolva la nuova funzione di rappresentante della laicità dello stato."

(Dall'articolo di Susanna Mancini - Professoressa di Diritto Pubblico Comparato alla Facoltà di Giurisprudenza, Bologna)

Non l'avrei saputo dire con parole migliori.

2 commenti:

socrate ha detto...

favorire la visibilità della religione in cui si riconosce la maggioranza dei credenti italiani non sembra così irrispettoso nei confronti di chi non la pensa allo stesso modo.
"E’ evidente, infatti, che lo stato laico deve essere, ma anche apparire imparziale per non escludere (neppure visivamente) i gruppi e i soggetti che non appartengono alla cultura dominante," il fatto è che la religione cristiana rappresenta per l'Italia un patrimonio culturale che si fonde con le sue tradizioni e la sua scansione della vita pubblica (vedi feste di Natale, Pasqua, etc.) Quello che è successo è stato soltanto la volontà di una sessantina di professori su 4000. Chiamarlo pluralismo mi sembra eccessivo. E gli altri 3940 che lo volevano?

Unknown ha detto...

Perché tutti facciamo finta di non vedere l'invito al Papa ad intervenire PROPRIO in occasione dell'apertura dell'anno accademico della Sapieza per quello che è, ovvero un atto politico?

Il Papa ha ASSOLUTAMENTE il diritto di esprimere la sua opinione, come è giusto che sia in democrazia, ma non mi piace l'ipocrisia di farlo passare per un atto ingenuo: è tutt'altro.

Il Papa ha il diritto di parola, come qualsiasi altro cittadino, ma non è un comune cittadino e, al pari dei politici tutti, è rivestito di un'autorità e di un potere (o dovrei dire "di poteri") tali, da dover essere molto più responsabile di ciò che dice e in che contesto lo dice rispetto a una persona qualsiasi.

Come il Papa ha il diritto di manifestare opinioni e idee, così ce l'hanno i professori firmatari della famosa lettera e gli studenti che non lo volevano all'inaugurazione e mi sembra del tutto legittimo, dato che il dissenso non è sfociato in atti di violenza o vandalismo.

Non sto poi a controbattere sulle cifre riportate (anche se ci sarebbe da discuterne) perché ritengo che i numeri, in questo contesto, non abbiano nessunissima importanza, dal momento che il compito più alto della democrazia dovrebbe essere proprio quello di dare voce ANCHE alle minoranze e di garantirne la rappresentanza.

In ogni caso, grazie per gli spunti che mi hai offerto con il tuo commento: li ho trovati davvero molto stimolanti per una discussione aperta sul tema.