23 febbraio 2013

Scusate se non credo alla rivoluzione


Volete cambiare l'Italia ma non vi accorgete quanto l'Italia abbia già cambiato voi. Per esempio, continuate a confondere le elezioni con un derby di calcio. Continuate a confondere l'appartenenza politica col tifo per la squadra del cuore. Cambiatevi, e potremo cambiare l'Italia. (Rita Pani)

Quindi è naturale che ogni volta che qualcuno si azzarda a criticare, parta un'ondata di "ma VOI allora...", attacchi e messe alla gogna varie. Ha ragione Rita, sono nauseata dal clima da derby. E ha ragione anche Massimo Gramellini: basta scaricare sempre le responsabilità sui "cattivi" (i comunisti, i fascisti, i grillini, i giornalisti, i commercialisti, i giudici, ecc...). L'italiano è sempre buono, siamo sempre senza macchia e senza peccato: se facciamo qualcosa di male è sempre in buona fede, siamo un popolo di santi e navigatori, si sa, l'Italia è il bel paese dove splende sempre il sole e il clima è mite. E invece, cari miei, ANCHE NOI facciamo parte di questo sistema, perché è comodo mandare accidenti a chi evade le tasse e poi non fare gli scontrini, nascondendosi dietro il dito del "lo fanno tutti, se non lo facessi anche io non sopravviverei". Mi hanno sempre insegnato che essere poveri non significa necessariamente scegliere di essere ladri. Quante persone ho avuto la fortuna e il privilegio di incontrare nella mia vita, povere in canna e con vite DAVVERO difficili (non perché non potevano permettersi l'iphone) che non si azzarderebbero a rubare nemmeno le noccioline al bar e che conservano e alimentano la propria onestà e dignità come il bene più prezioso in loro possesso.

Queste sono le persone sulle quali voglio puntare, queste le persone che voterei. Disgraziatamente, di solito persone così non si candidano. Ma nel mio piccolo, posso fare quanto è in mio potere per prenderle ad esempio e cercare di emularne l'attitudine positiva. Perché ognuno di noi non prova a concentrarsi su questo, sul lato costruttivo, sul miglioramento di sé? Una società formata da individui più onesti, più empatici, più aperti e disposti al dialogo che alla rissa da bar, produrrebbe lo stesso la serie di scarti umani che ci governano da anni e che infestano il Parlamento?

In un ordinamento democratico, dovrebbe importare fino a un certo punto chi vince: chiunque vada al governo, dovrebbe guidare un paese, non solo gli interessi della fetta di italiani che lo hanno votato. Il Governo ha il DOVERE di tutelare le minoranze e di rappresentare in maniera degna ed equa TUTTA la popolazione. Precisazioni che dovrebbero essere scontate dopo aver avuto una dittatura e secoli di storia di invasioni, ma a quanto pare abbiamo la memoria corta e nessuno dei concetti basilari che ci avrebbero dovuto insegnare nell'ora di educazione civica è stato assimilato.

Ha ragione Raffaele quando mi dice che non ci dovrebbero essere problemi se tutti ci muovessimo entro i limiti democratici e istituzionali già tracciati (dalla lotta di Liberazione, dalla Costituzione, dai Diritti Umani, ecc...). Ma quand'è l'ultima volta che avete visto il nostro paese farlo senza effrazioni continue e impunite?

Io non so cosa farà Grillo domani, non so se la marea di "grillini" che entrerà in Parlamento cambierà davvero qualcosa, quello che mi auguro è che lo facciano in maniera democratica.

Perché in realtà, il tentativo di esclusione della stampa italiana (perché poi solo quella italiana, mentre la estera no? Sono gli stranieri a poter votare, o gli italiani?) dal suo comizio finale, non mi fa presagire nulla di buono, come non mi fa presagire nulla di buono il linguaggio gridato, o frasi come "Arrendetevi, siete circondati dal popolo italiano! [...] e io vi prometto che non useremo nessuna violenza su di voi" e "Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno". E mi fanno sperare ancora meno le risposte dei sostenitori, di quegli stessi che fino all'altro giorno manifestavano in piazza per la libertà di stampa negata dal monopolio mediatico di Berlusconi, ma che oggi affermano che si è fatto bene, perché la stampa italiana è "corrotta, bugiarda, manipolatrice e fa parte della casta".

La stampa libera può, naturalmente, essere buona o cattiva, ma è certo che senza libertà non potrà essere altro che cattiva. (Albert Camus, Resistenza, ribellione e morte, 1961)

Con la libertà di stampa i giornali pubblicano solo ciò che vogliono veder stampato le grandi industrie o le banche, le quali pagano il giornale. (Benito Mussolini)

Mi fanno sperare sempre meno che gli italiani possano cambiare, che questo paese possa essere salvato, che non tutto sia perduto, che non siamo i soliti conservatori a cui piace essere guidati dal leader carismatico che la butta sul "chi non è nostro amico, è nostro nemico", che ci aiuta a liberarci del faticoso fardello del pensiero, della critica e dell'autocritica.

Questa volta, non ho davvero più speranza, non spero nei toni aggressivi di certuni, nelle menzogne reiterate, né nei vuoti politici lasciati liberi da altri: queste elezioni saranno forse le più buie che l'Italia abbia visto da molti anni a questa parte.

Non sprecatevi a rincarare con il "ma gli altri, allora?" o con un "è tutto uno schifo, solo Grillo è il nuovo", "allora chi vota PD/Pdl/ecc..." si merita la "vecchia maniera di fare politica": niente e, ribadisco, NIENTE, può esentare ognuno di noi dal pensiero critico, verso tutto e tutti, a prescindere da chi decidiamo di votare domani o da chi abbiamo votato ieri.

Basta alibi. Ognuno di noi si prenda le sue responsabilità.

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