15 marzo 2009

CREPI IL LUPO, Gioacchino


...Perché sia chiaro, le indagini in Italia non si possono fare soltanto nei confronti dei tossici e magari che siano pure extracomunitari, oppure quelli che sbarcano a Lampedusa nei confronti dei quali è possibile fare di tutto, compresa la creazione di lager.
La legge è uguale per tutti.
Tutti siamo sottoposti alla legge.
Perché sia chiaro, questo lo devono capire.
Nel momento in cui a questi signori li si osa sfiorare solo da lontatno, pure con una piuma, questi signori si ribellano e distruggono le persone che hanno solo il coraggio di fare il proprio lavoro.

[...]

E l'attacco che viene fatto nei miei confronti parte esattamente dagli stessi soggetti che io avevo identificato la sera del 19 luglio del 1992 dopo la strage di via D'Amelio, mentre vedevo ancora il cadavere di Paolo Borsellino che bruciava e la povera Emanuela Loi che cadeva a pezzi dalle mura di via D'Amelio n°19 dove è scoppiata la bomba, le stesse persone, gli stessi soggetti, la stessa vicenda che io torvai allora, la ritrovo adesso!
Ancora nessuno ha detto che io sono folle. Anzi, sarò pericoloso, terribile, ma che sono folle non l'ha detto nessuno.
Bene, allora quello che io dico non è la parola di un folle, perché io dimostrerò tutte queste cose. E questa è l'occasione perché ci sia una resa dei conti in Italia. A cominciare dalla strage di via D'Amelio alla strage di Capaci, perché queste collusioni tra apparati dello Stato, servizi segreti, gente del malaffare e gente della politica, è bene che gli italiani comincino a sapere cos'è stata.


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