12 novembre 2007

Volontariato non vuol dire solo soffrire

Io partirei da questa frase di Ezio Margelli (il moderatore del nostro seminario), per cominciare a descrivere un po' quello che è stato il "Primo Icontro Nazionale dei Volontari Ucodep".

Perché è vero, "volontariato non vuol dire solo soffrire": infatti ho passato due giornate molto piacevoli alla Mausolea (Soci) a chiacchierare di argomenti che mi stanno molto a cuore, il tutto accompagnato da buon cibo e da persone simpatiche.

Abbiamo lavorato tanto per questo evento e tenevamo molto alla sua riuscita, perché lo scopo era un po' dotarci di un biglietto da visita per tutti quelli interessati che si stanno avvicinando ad Ucodep.

Questo primo incontro è stato un momento importante di condivisione e di scambio che, anche se senza dubbio potrà essere migliorato in futuro, secondo me è ben riuscito.

Tra gli interventi, quello che mi ha colpito di più è stato quello di Elisa Bacciotti, la nostra addetta all'Ufficio Campagne, che ha speso belle parole su cosa spinge a scegliere la strada della cooperazione e del volontariato.

Mi sono rivista molto nelle sue descrizioni e mi è piaciuto il modo diretto e semplice con il quale ci ha parlato, riuscendo a coinvolgerci, a emozionarci (o perlmeno, io ho avuto questa sensazione).

L'intervento di Elisa mi ha poi ispirato riflessioni personali di varia natura, la più importante delle quali, però, può essere riassunta in una domanda:

"Cosa spinge una persona a scegliere di lavorare nella cooperazione?"

Personalmente, credo che la scelta nasca da un'inquietudine, da un'insoddisfazione profonda, dal bisogno di sentirsi utili e di dare una mano per costruire qualcosa di migliore di ciò che ci circonda.
E' un'utopia? Forse.
Ma ritengo che l'utopia, se non fine a se stessa e totalmente slegata dal reale, sia indispensabile, poiché essa è come la stella polare: irraggiungibile, ma indica la retta via.

Per quanto mi riguarda, penso di aver visto in questo mondo il mezzo migliore per incanalare le mie speranze, i miei ideali, la mia voglia di cambiare le cose, le mie energie... E a questo ci sono arrivata dopo tanto senso di vuoto, tanta insoddisfazione e inquietudine, tanto pensare.

Ritengo di aver fatto la scelta giusta e adesso sto lavorando sodo per portarla avanti.

Tornando al resoconto, il materiale sarà presto disponibile sul sito di Ucodep. Nel frattempo qui trovate le foto e qua sotto i video dell'incontro girati da me.



1 commento:

Unknown ha detto...

Spesso penso che quelli che ami siano fuori città, o più felici con qualcun altro, e mi ritrovo sola sulla spiaggia sempre più fredda. Ma poi - in un sabato pomeriggio in cui sei a lavorare, dopo una settimana stressante psicologicamente e sentimentalmente e fisicamente, nel bel mezzo di una riunione che non finisce - porti i tuoi ospiti al kebab in fondo alla strada, gli dici, si mangia bene qui, non ci tornavi da almeno due mesi, e il signore egiziano ti accoglie con un sorriso dicendoti "Bella, ti aspettavo!" e suo figlio di sei anni "Anch'io!" e poi ti dice, all'orecchio "ho un disegno per te" e tu gli dai un buffetto sulla guancia, e quello schizzo di bambino ti dice: ahia! hai le mani fredde, vieni che te le riscaldo. E racchiude le tue mani grandi tra le sue piccole mani, e te le tiene strette, fino a quando non si scaldano. Ecco, mi è successo oggi. E leggere il tuo commento qui, beh, è un'altra mano che scalda la mia.
Grazie